Le piaceva andare in edicola.
Le piaceva fermarsi a sfogliare un po di riviste e giornali. Erano sempre li, esposti al pubblico, a disposizione di tutti, o quasi. Certo, se poi non avevi intenzione di comprarli, non potevi leggerteli tutti. Ma passare del tempo in edicola era sempre un piacere. Questo non era però l'unico motivo. Lisa adorava andare in edicola, perché un sorriso così raramente l'aveva visto su altri visi. Il signor Giuseppe, edicolante ultrasettantenne, sfoggiava un sorriso a 35 denti fantastico. I denti non c'erano più tutti, ma ad una certa età è normale; se si tiene in considerazione questo fattore, anche una piccola feritoia, nascosta sul fondo della bocca, può avere il suo fascino. Solare e allegro, trasmetteva pace e voglia di vivere. Lisa avrebbe passato le ore a guardare quel viso. Quello si che era un sorriso con la S maiuscola. Lisa lo invidiava davvero.
Sin da piccola aveva sempre trovato piacevole incontrare persone che sapessero mettere su un bel sorriso al momento giusto. Le trovava affascinanti. Chi sapeva sorridere da lei poteva ottenere quasi ogni cosa. Era per questo che adorava andare in edicola, al market sotto casa, oppure alla drogheria dietro l'angolo. La signora Anna della bottega, poi, era davvero il massimo. Sembrava la controparte perfetta per i signor Giuseppe; le vecchie dicerie di paese dicono che tanti anni fa loro due stessero assieme, ma si dovettero lasciare per un motivo che nessuno sapeva. Se questa storia fosse stata vera, e Lisa ci credeva sul serio, la sua ammirazione verso questi due vecchi cresceva ancora di più: nonostante l'amore perduto, ancora non avevano smesso di sorridere.
Detestava andare al panificio. La signora Rosa, proprietaria e amica di vecchia data di sua madre, era una persona cupa. Era avara, attaccata al centesimo, e sembrava quasi che ci pagasse le tasse sul numero di volte che mostrava i denti. Mai una volta che avesse un gesto gentile per i suoi clienti, o un attimo di relax. Niente, era una specie di Polaretto all'amarena appena estratto dal freezer, gelida e con un pessimo sapore. La gente continuava ad andare da lei solo perché il suo pane era il migliore della città. Lisa ha sempre pensato che se fosse riuscita ad aggiungere anche l'ingrediente segreto della serenità in quel negozio, avrebbe sbaragliato qualsiasi concorrente. Ma Rosa non sapeva davvero cosa significasse un sorriso.
E se le persone cupe la infastidivano, le peggiori erano quelle che invece ridevano più del necessario. Odiava le risate sguaiate. Le veniva quasi la pelle d'oca ogni volta che stava in compagnia di certe persone. Vittorio il barista era una di queste. Rideva sempre, a voce alta, e senza mai un motivo reale. rideva quando qualcuno gli ordinava un caffè, e rideva quando qualcuno pagava il caffè. Rideva entrava un signore con un cappello, e rideva quando quest'ultimo toglieva il cappello. Rideva un po meno quando qualcuno gli rovesciava una tazza, ma rideva comunque. Lisa era sicura che quelle fossero false risate. Più volte era sicura di averlo sentito mugugnare sotto i baffi, o quando dava le spalle alle persone.
Lisa adorava i sorrisi, la rendevano serena. Un sorriso al momento giusto poteva rendere la sua giornata magnifica. La sua vita era la continua ricerca di un sorriso. Sperava di incontrarne uno nuovo dietro ogni angolo. Aveva bisogno di questi sorrissi, perché quando si guardava allo specchio, questo non glieli sapeva restituire. Lisa non sapeva sorridere.
...Sacra & Pura Follia!!!
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