martedì 2 ottobre 2007

Punti di vista...

 M. si alzò dal letto, coperta solo dalla leggera vestaglia turchese. Un passo alla volta varcò l'uscio della propria camera, attraversò il corridoio, superò il salone e infine arrivò nello studio di lui. Come al solito stava seduto sul suo divano, tavolino vicino alle ginocchia, schiena curva per poter premere i tasti della macchina da scrivere. Il camino era spento anche oggi; non aveva mai desiderato quel tipo di calore, anche perché si stancava di stargli dietro: accenderlo, pulirlo, controllare che non si spegnesse, evitare che le scintille bruciassero il tappeto, troppe distrazioni. La sua presenza era però indispensabile per poter scrivere, così univa antico e moderno: un camino spento ed una pompa di calore che manteneva un clima caldo e secco nella piccola stanza.
  Lei si avvicinò, allungo la gamba nuda e si portò sopra il divano. Affondò subito nella morbidezza di quel cuscino. Lo guardò un po dall'alto in basso, poi piegò  le ginocchia in avanti e lo abbracciò. Un forte bacio schioccò sulla guancia di lui, e come la Bella Addormentata dopo il bacio del principe, F. sembrò svegliarsi all'improvviso.
  M. lasciò cadere in terra il mazzo di fogli che teneva in mano.
  "Ma lo sai che sei proprio bravo a cogliere il nostro punto di vista. Si, sembra proprio che tu le donne le capisca alla perfezione. Vorrei capire come fai. Cogli sogni, paure, incubi, desideri, e i ragionamenti che descrivi son proprio come quelli di una Donna. Sai calarti nella parte della giovane, o in quelli una bambina, e senza problemi ragioni come una donna di mezza età. Non ti ho mai visto scrivere la storia di una donna anziana..."
  F. continuò ad ascoltare senza aprire bocca.
  "...ma sono sicura che ne saresti capacissimo. Vorrei sapere come fai. Come fai a capirci e a buttare giù tutte queste emozioni. Ogni volta che leggo un tuo racconto mi sembra quasi che sia stato scritto da una mia amica, o magari lo potrei scrivere io stessa. Un giorno mi dovrai pur dire il tuo segreto... lo sai vero?" Quasi non fece in tempo a terminare la frase che già le sue labbra baciavano la guancia di lui.
  F. restituì il bacio, abbandonò la macchina da scrivere e la abbracciò con tutta la forza che aveva.
  "Fate sempre lo stesso errore: non c'è nessuna differenza tra noi e voi... i vostri sogni, le paure, gli incubi, i desideri, e i vostri ragionamenti sono assolutamente gli stessi che facciamo noi... siamo così diversi da essere uguali!"

...Sacra & Pura Follia!!!