mercoledì 14 marzo 2007

VI Era una volta

    Passo dopo passo il vento aumentava, sempre di più, sempre più forte. Continuò camminare. Mancava ancora qualche minuto prima di poter finalmente arrivare alla sua meta. Non aveva ancora smesso di pensare alla situazione che si era lasciata alle spalle. Un bel sogno per lei: una famiglia. Un giorno le piacerebbe averne una tutta sua. Dei bambini da crescere, educare, coccolare. Ma la sua famiglia sarà diversa da quella in cui ha vissuto, niente litigi, incomprensioni e tutte quelle situazioni che a volte la rendevano così sgradevole. Si lei sarà diversa, e anche la sua famiglia. Continuò a camminare avvolta da questi pensieri ancora per un minuto, poi la sua attenzione si spostò su un altro problema.
    Aveva percorso quella strada tantissime volte prima di mettersi assieme a lui. 100, 200, forse 1000 volte, ma ormai era passato tanto da quando l'aveva percorsa l'ultima volta. Era passato così tanto tempo da non sapere che al posto della vecchia strada sterrata, che percorreva per superare l'ulitmo tratto che la separava dalla chiesetta, ora c'era una piccola villetta. Non le ci volle molto per capire che sarebbe stata obbligata a fare un'altra strada, molto più lunga, oppure tornare indietro. Si potrebbe pensare che si tratti di una scelta da poco, ma non è così. Tutt'altro.
Percorrere quella strada era per lei una sorta di rito, una cerimonia che l'aiutava a pensare, a liberarsi di angosce e paure, a volte percorrendo quel cammino era arrivata alla soluzione di alcuni tra i più difficili problemi che aveva dovuto affrontare. Era su quella strada che aveva scelto in quale facoltà iscriversi; ora quel percorso era diverso. Cosa fare?
    Una sorta di bivio improvviso, inaspettato. Cambiare strada avrebbe tolto molto al significato che avevano per lei quelle passeggiate. Non sarebbe stata la stessa cosa, non avrebbero più avuto la stessa forza. Forse era il caso di tornare indietro. Ormai stava crescendo, certi atteggiamenti prima o poi li avrebbe dovuti abbandonare. Non era più una bambina, non avrebbe più avuto bisogno di certi riti per mandare avanti la sua vita. Forse il destino aveva deciso di darle una mano. Un cambio di rotta, fondamentale per lei. Riuscire a cambiare le proprie abitudini è spesso un bene, e forse per Erica era arrivato il momento di migliorare. Si era così: il fato le stava dando un segnale ben preciso. Cambia, cresci, basta sciocchezze, basta con queste inutili fantasie, basta con i falsi riti. Non era certo quella strada a poterle cambiare la vita, non erano quelle passeggiate ad aiutarla a prendere le sue decisioni. Ci ragionò un po sopra. Quelle camminate erano un modo per dedicarsi del tempo, ma non erano l'unico metodo per farlo. Poteva benissimo stare in casa a ragionare, oppure fare un altro giro. Nessuno la obbligava ad andare a quella vecchia chiesetta. Certo era affascinante, ma lei non era neppure cattolica.
    Sorrise, guardò la strada di fronte a se, anche il vento la spingeva indietro, verso casa. Si voltò e fece il primo passo per tornare verso casa sua. Era iniziato il suo mutamento. Un secondo passo. Un terzo. Il quarto. Stop. Non doveva tornare indietro. Si stava facendo travolgere dagli eventi. Stava permettendo che la sua vita venisse pilotata da qualcos'altro, qualcosa che non era di certo la sua volontà! Si era fermata a ragionare, a pensare sulla decisione da prendere, e probabilmente aveva preso quella sbagliata. Si era lasciata andare ad una serie di macchinazioni, masturbazioni mentali totalmente inutili. Voleva andare alla chiesetta. Provava piacere a farlo. Allora l'avrebbe dovuto fare senza pensarci troppo. Porsi una meta e raggiungerla ad ogni costo, questo doveva essere il suo obiettivo. Troppo spesso si era lasciata andare ad inutili come e perchè, e tanti risultati le erano sfuggiti. Doveva cambiare, doveva mettere in moto la propria rivoluzione personale. Scegliere senza troppe complicazioni. Scegliere e non pentirsi della scelta. Certo non sempre le sarebbe andato tutto alla perfezione, ogni tanto avrebbe preso la strada sbagliata, ma l'importante era avere una meta sicura. Sicura era la sua meta, e ancor più fermo e sicuro fu il suo passo verso la chiesa. Case, vento, pioggia, deviazioni, nulla l'avrebbe dovuta far desistere. Lei, e soltanto lei, doveva prendere decisioni sulla sua vita. Mai più avrebbe dovuto imputare una scelta a "cause esterne", lei era l'unico architetto del proprio destino. Si rese conto di aver capito una cosa fondamentale: non si sbaglia a porsi domande, anzi è interrogarsi è giusto, l'errore sta nel soffermarsi troppo sul perchè dei problemi, invece di domandare a se stessi come superarli.
    Il lettore ebbe un improvviso sussulto e "Drunken Lullabies" dei Flogging Molly invase l'ambiente attorno a lei. Si appoggiò ad una parete, prese il trinciato ed una cartina. Aveva voglia di fumare, e l'avrebbe fatto. Anche se contro vento. Lo voleva e l'avrebbe fatto. si Incamminò verso la chiesetta.
Riprese a pensare al fatto che tutto questo vento l'avrebbe potuta portare via...

...continua...


...Sacra & Pura Follia!!

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